Recensione deli libro: “Madonna, Il cuore ribelle che ha rivoluzionato la musica pop”

 

Il lavoro dello scrittore e analista dei media, Ludovico De Bonis, consta di una completezza contenutistica e tematica riscontrabile sin dalle prime pagine del libro. Il giovane autore ha ben compreso che, studiare una figura sfaccettata e poliedrica come Madonna, richiede un lavoro altrettanto complesso di alternanza di “personalità”. Egli non si limita a parlare dell’artista come fan, ma si cimenta a indossare più maschere per poter analizzare la vita e la carriera della celebre performer artist di origine italiana; analista dei media, critico musicale, sociologo, psicologo, semplice ammiratore ecc, e adesso scopriremo perchè.
Lo scrittore mesagnese, infatti, suddivide il proprio lavoro in quattro parti. Un primo capitolo è dedicato al mondo dei fan e alla sua evoluzione psicologica in rapporto alle tecnologie, nonché a una classificazione di questi ultimi. Si passa dal modello del fan in soffitta della giornalista Julie Burchill, un individuo psicopatico e asociale incline a uccidere in nome del culto della persona, all’esemplare del consumatore attivo e partecipe, descritto da De Certau. Qui il fan appare come un “cacciatore” di significati, che non recepisce passivamente i contenuti, ma se ne appropria con voracità, giungendo perfino a rielaborarli. E’ qui che De Bonis mette in campo le proprie abilità da scienziato della comunicazione e analista dei media, evidenziando come la partecipazione democratica dei fan sia un fenomeno sempre più frequente, grazie alle grandi trasformazioni provocate dai social media come Facebook e alle relative possibilità di interazione fra gli utenti.
Nel secondo capitolo, si parla del concetto di “cultura popolare” e la molteplicità semantica che lo contraddistingue, resa evidente da Fiske. Lo studioso, basandosi su un’intervista rivolta a gruppi di alunni sul significato simbolico da loro attribuito ai jeans, (espressione dell’abbigliamento popolare), rivela la natura contraddittoria e polivalente dell’equazione “cultura pop = dominio, subordinazione, potere e resistenza”. L’autore fa un paragone importante tra la contraddittorietà della pop culture e Madonna, incarnazione vivente e altrettanto incongruente di quest’ultima. La carriera della popstar è una vera e propria “circolazione intertestuale di significati e piaceri”, una fabbrica seriale di messaggi di emancipazione femminile e lotta al patriarcato, nonché di liberazione dalla morale, ma anche di eterna lotta tra religione e sessualità. Molto interessante è l’accostamento cultura popolare/identità che il nostro autore mesagnese regala ai suoi lettori. Di fatto, tutto ciò che si connota come un fenomeno di massa nell’era digitale, genera l’identità di un gruppo rispetto a quella di un altro, ma anche l’identità di sé stessi rispetto al proprio alter-Ego. Al pari di Madonna quando si confronta col pubblico, quest’ultimo allo stesso modo sperimenta nuove forme di sé relazionandosi con il mondo materiale e virtuale. E’ un affascinante parallelismo che De Bonis rievoca in maniera frequente nel corso del libro. Già in questo contesto si può toccare con mano  un segno d’affetto come ammiratore da parte dello scrittore; ergersi al ruolo di “scrittore-psicologo” nei confronti di Madonna, un elemento che sarà ancora più presente nel terzo capitolo.

 

Madonna
Qui, infatti, l’autore rievoca la tormentata biografia della cantante con tono quasi compassionevole. Il difficile rapporto con il padre, la morte della madre e il conflitto della cantante con la fede cattolica segnano indelebilmente il corso della sua carriera e la produzione artistica. L’angoscia della perdita di un familiare, il tramonto e la rinascita dell’identità di Madonna in seguito al tragico evento, la durezza dell’educazione subita sono fattori capillarmente descritti come cornice inscindibile dal quadro artistico della popstar. “Like a Prayer” è un disco decisamente autobiografico, in quanto racchiude gli elementi più rilevanti della vita di Madonna sopra menzionati. Tra questi figura anche il brano “Till Death Do Us Part”, che racconta del divorzio con l’ex marito Sean Penn e “Ohh Father”, una canzone struggente dove viene raccontato il rapporto catulliano con la figura paterna. Madonna, come già ci anticipa De Bonis, si occupa anche di temi sociali ed etici. Forte è il suo messaggio di invito alla libera espressione sessuale e alla liberazione dalla morale religiosa. Due lavori importanti della cantante, già accennati nel secondo capitolo, sono il libro “Sex” e l’album “Erotica” (1992). Il primo, un album di foto sensuali della signora Ciccone, per quanto non compreso nella sua ironia e voglia di abbattere tabù dai fan, vendette milioni di copie in tutto il mondo. Il secondo, uno degli album più “transgressive” della discografia della celebre italo-americana, risulta essere uno dei meno venduti, ma tra i più significativi nell’impatto per l’emancipazione culturale dell’epoca. Non meno importante è l’album “Ray of Light”, tra i più apprezzati dai fan, con un ricavo di oltre 20 milioni di copie. Qui De Bonis elabora una sottile analisi di trasformazione psicologica avvenuta in Madonna. Un tempo adolescente ribelle che cantava “Like A Virgin”, ella diviene ora madre responsabile della neo-nata figlia Lourdes. E’ un momento che segna un passaggio importante, a dire dell’autore, da un acceso ego-centrismo alla cura dei propri figli. Il tutto accompagnato da un interesse sempre crescente per la Cabala ebraica, come dottrina guida nella propria esistenza.
Infine, nel quarto capitolo, il nostro giovane mesagnese ci dà l’impressione di una forte circolarità dell’opera, tornando al suo ruolo d’origine, quello dell’analista dei media. E lo fa in una maniera impeccabile, facendo ricorso al metodo sociologico dell’intervista in profondità. Egli prende in considerazioni diversi campioni d’età tra i fan di Madonna (20-25, 26-30, 31-35, 36-40 anni) e ne mette a confronto interessi e atteggiamento rispetto alla devozione nei confronti della performer. Al di là delle differenze di vedute rispetto al mondo del web e della rete e il loro utilizzo, tutti i fan inter-generazionali di Madonna si sono dichiarati ferventi, disposti a follie pur di partecipare a un suo concerto, e non ugualmente fedeli ad altre celebrità. Ne apprezzano soprattutto le qualità tematiche e artistiche più che quelle canore, oltre alla capacità di reinventarsi continuamente. In sintesi, l’autore evidenzia ciò che rapisce i fan dell’artista di origini italiane; l’aspetto istrionico, quasi teatrale delle sue rappresentazioni musicali, unite a una forte componente simbolica e ideologica. Come ci ricorda l’autore, Madonna ha rappresentato per decenni un’icona del femminismo contro-tendenza e del mondo LGBT, attirando le simpatie del mondo democratico e progressista americano.
Per parafrasare il titolo del libro, l’eccellente lavoro di Ludovico De Bonis è quello di uno scrittore dal “cuore ribelle” ma dalla mente lucida e razionale. E’ stato in grado di unire un’operazione quasi scientifica di critica e analisi dei media a una dichiarazione d’amore implicita; il racconto biografico e romantico di una grande artista pop, attraverso la lente d’ingrandimento di uno scrittore che ha saputo immedesimarsi nei più reconditi anfratti dell’animo di Madonna, quasi ne conoscesse i segreti cui avrebbe accesso soltanto il più fedele dei nostri amici.

                                                                                                                      Francesco Colaci

 

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