Ai vittimisti (F. Colaci)

Smettetela,

con le lagne esistenziali,

con il disprezzo per la vita,

due gambe e due braccia

son le vostre colonne d’Ercole,

una mente sana,

il vostro Faro d’Alessandria,

non illumina l’orizzonte a dovere.

Smettetela

o uomini e donne affranti,

di fingere d’aver vissuto

dall’ “alto” dei vostri 20 anni,

età di misera esperienza.

Detesto

voi e le vostre manie persecutorie,

alcun destino vi punta la scure al collo,

un Dio malvagio ma giusto si befferebbe di cotanta paranoia.

Smettetela,

voi ch’avete tutto

e non avete perso niente,

poiché ogni vostro attimo di pace

è guerra in lande lontane.

Finitela

d’ aver timore,

poiché a forza di salvare il salvabile

si muore presto,

senza vivere ciò che è “salvo”.

Piantatela,

d’ esibire le vostre ferite d’amore

a chi vuol donarvi il cuore,

poiché nel profondo voi bramate l’ego

più del vostro amato,

per tal ragione forse odiato.

Smettetela

di riempirmi del vostro veleno,

putrida sozzura che non m’appartiene,

io scelsi di vivere,

voi di morire a ogni alba.

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